di Maestra Rosalba

giovedì 28 gennaio 2010

La paura: strumenti per raccontarla

Nell'insegnamento l'abitudine di tendere l'orecchio ai pensieri dei bambini, che arrivano solo in certi momenti di confidenzialità non devono mai mancare. Uno di questi momenti è per me e credo per tanti colleghi di scuola Primaria e Infanzia, la ricreazione: quando dopo i compiti ci si rilassa per un breve pasto e uno scambio di battute. L'abitudine di mangiare coi bambini e di scambiare con essi piccoli assaggi di merenda l'ho coltivata da sempre.
Da noi in classe si offre ciò che si ha e io ho sempre nell'armadio la "riserva" per coloro che dimenticano la merenda. Perchè? Perchè mi piace non solo occuparmi del cibo della mente e credo che rientri tra i compiti piacevoli dell’insegnante rendersi conto se i bambini fanno una pausa adeguata.
Il momento della merenda è il momento dello scambio delle coccole. Tanti sono i bimbi che si avvicinano con l'intenzione di raccontarsi, di sciogliere un dubbio o scambiare semplicemente due parole. O vengono ad offrire un grissino o ad assaggiare un craker della maestra. Scambiare cibo ha qualcosa di arcaico che rende più saldi i rapporti e i vincoli anche quando sono vincoli basati sulle conoscenze.
E' durante questi momenti che ho raccolto un invito a parlare della paura.

Le paure dei bambini
Il primo passo per quest'attività è invitare i bambini attraverso il titolo
Racconta la tua paura...
a scrivere semplicemente ciò che suscita in loro paura: paura del buio, paura di essere rapiti, paura di restare soli, paura degli insetti, paura dei terremoti, paura del terrorismo, paura della corrente, paura del fulmine, paura del gas, degli ufo.
E' curioso come bambini che sanno appena scrivere, lo facciano in maniera così determinata quando si tratta di scrivere di cosa hanno paura.

Da cosa nasce la paura?
Questa è la domanda che ci siamo posti nella seconda fase del nostro lavoro. Il dibattito collettivo, dove l'insegnante modera e sollecita risposte e riflessioni, evitando di dare risposte preconfezionate, ma lasciando che i bambini riconoscano nella loro esperienza quotidiana le radici delle paure.
La paura nasce:

  • Da un fatto vissuto in prima persona che ci ha spaventato: ad esempio essere restati soli da piccoli e aver chiamato la mamma che non ha risposto subito.

  • Da un esperienza negativa: aver preso la scossa elettrica in prima persona o aver saputo da altri a cui è accaduto di aver preso la scossa. (Tutti abbiamo paura della corrente elettrica anche senza aver preso la scossa!).

  • Dai racconti degli adulti, dalle notizie in TV, dai film.
Le paure irrazionali e razionali.
Il discorso si può allargare comprendendo che le paure non sono tutte uguali, ad esempio la paura dei topi o dei cani compresi quelli di piccola taglia, ma anche del buio, delle streghe, dei fantasmi sono irrazionali in quanto:
Le paure irrazionali derivano da minacce inesistenti: il buio, i topi, i cani, i gatti, i fantasmi, i serpenti, il cimitero.
Invece:
Le paure razionali derivano da pericoli possibili: il gas, la corrente, il terremoto, il fulmine, il fuoco, i rapimenti, gli incidenti.
Durante questo passaggio, se  la paura di essere rapiti coincide con la paura degli zingari va spiegato che una paura non va identificata con le persone. In quanto qualunque adulto può in realtà decidere di rapire un bambino. Far comprendere perchè i bambini piccoli fino a che non sono in grado di avere reazioni adeguate, soprattutto in luoghi affollati, debbono stare vicino agli adulti.
A questo punto la paura si spiega come meccanismo di difesa: il timore ci protegge  dai pericoli. La prudenza serve a compiere le azioni in modo corretto (esempio dell'utilizzo del phon in bagno).

La percezione dei pericoli: un esempio classico è la paura dell'aereo, se chiediamo agli alunni di indicare quale mezzo è più pericoloso tra l'auto e l'aereo, diranno in coro l'aereo, come molte persone. Invece statistiche alla mano si corrono molti più rischi in auto che in aereo. Facciamo capire che questo avviene allo stesso modo per il terrorismo, che viene percepito come minaccia concreta e che in queste paure hanno grande influenza le notizie sentite al telegiornale o lette sui giornali.

Disegnare la paura:
Dopo aver fatto la distinzione sulle paure derivanti da pericoli reali e quelle derivanti da pericoli inconsistenti, si può passare alla produzione visiva e cioè far disegnare la propria paura e darne una definizione, così:



Costruzione del racconto con il supporto dello schema:
Parla di un fatto che ti ha messo paura:
Con l'utilizzo di uno schema, invitiamo gli alunni a raccontare un fatto che ha messo loro paura. Richiamiamo le tre parti principali del testo: INIZIO, SVILUPPO e FINALE che avremo sicuramente presentato nelle altre tipologie testuali.
Facciamo completare secondo questo schema basato su una serie di domande.
Titolo: _______________ (Andrà messo per ultimo)
Inizio:
Quando è accaduto il fatto?
Dov'è accaduto?
Chi c'era con te?
Svolgimento:
Racconta cosa è successo
Finale:
Cosa è accaduto alla fine?
Far mettere il titolo rileggendo la parte riguardante lo sviluppo, dove accade il fatto vero e proprio.

Ricomporre il testo:
Ora è possibile ricomporre il testo trascrivendo solo le risposte. Invitare i bambini a rileggerlo per rendersi conto che le risposte hanno originato il racconto. Così:


Per concludere far scrivere una sorta di promemoria
Ricorda:
per scrivere un racconto puoi aiutarti con le domande. Durante l'inizio rispondi alle domande Quando è successo, dov'è accaduto il fatto e chi c'era con te. Nello svolgimento raccontare cosa è successo. Nel finale rispondere alla domanda Come è andata a finire.

Morale abbiamo parlato a lungo di paura e abbiamo imparato a non avere paura di cose inesistenti, ad avere una sana paura che serve a proteggerci dai pericoli veri!

Download: La paura strumenti per raccontarla


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16 riflessioni:

ex-dani il 28 gennaio 2010 alle ore 10:39 ha detto...

davvero interessante. Lo schema per la costruzione del racconto è il medesimo che mio figlio ha appena fatto - è in terza elementare - ed usarlo per raccontare un sentimento importante per loro è certamente più stimolante dei soliti titoli del tipo: che hai fatto la domenica. E' ovvio che i bambini svelano appieno le loro capacità, se l'argomento trattato è stimolante e rispecchia un qualcosa che è importante per loro ed i bambini sono migliori di noi se questo argomento riguarda paura, amore, sentimenti e sensazioni, perché ancora li stanno testanto ed esplorando. E questo dare loro i strumenti per raccontarsi è perfetto per aiutarli a razionalizzare ed a riconoscersi.
E poi aiuta noi a conoscere i nostri figli. E non è poco!

Rosalba il 28 gennaio 2010 alle ore 11:59 ha detto...

Ciao Daniela uno degli obiettivi che mi sono ben impressa in mente è quello di fare lo sforzo di non banalizzare la scrittura. Temi del tipo "Cosa hai fatto ieri" e simili, demotivano alla scrittura e la fanno percepire come inutile e noiosa.
Meglio scrivere poco ma significativo.

Grazie del gradito commento

Rosaria il 28 gennaio 2010 alle ore 18:02 ha detto...

Sempre brava la mia maestra.
La cosa bella, che anche il rapporto con le maestre molte volte e stata causa di paura per i bambini.

La prima ero io che come mamma,cercavo di impaurire i miei figli dicendo loro...domani lo dico alla maestra, e devo dire che funzionava.
Ora, non lo so se funzionerebbe, anche perchè, voi maestre attuali avete creato con i vostri pupilli un diverso rapporto, un rapporto non voglio dire migliore, ma certamente più attivo nel senso che la cattedra, intesa come distanza è stata annullata e il bambino si trova a suo agio a scuola.
Complimenti!
Ciao maestra.
Un abbraccione.

lella il 28 gennaio 2010 alle ore 19:38 ha detto...

Brava la mia Rosalba:-)))
bel lavoro,interessante perchè aiuta loro a tirar fuori le loro paure e noi a conoscerli meglio.
Anche noi abbiamo trattato questo argomento,come anche quello della morte.In una classe quinta è bene iniziare ad affrontare certi argomenti.
un bacione
Lella

Rosalba il 28 gennaio 2010 alle ore 20:09 ha detto...

E' vero rosy la maestra viene usata tutt'ora come uno spauracchio!
E' anche bello quando la maestra è abbastanza autorevole da sapersi far rispettare senza incutere timore.

Oggi i rapporti sono come li descrivi te e la cattedra non si mette più tra il bambino e la maestra ma si collabora per imparare insieme.

Brava tu perchè interpreti sempre giustamente le mie scelte didattiche.

Un bacione grande

Rosalba il 28 gennaio 2010 alle ore 20:14 ha detto...

Lella è stato un lavoro piacevole oltre che utile. Bello vedere esprimersi così liberamente bambini così piccoli. Li adoro.

Grazie!! Un bacione

Annarita il 28 gennaio 2010 alle ore 21:41 ha detto...

Una attività molto bella, Rosalba.

Il tema della paura è difficile da trattare, ma il farlo apporta dei benefici indiscutibili ai bambini perché li aiuta a riflettere su loro stessi, a conoscersi meglio, ad ascoltare le pulsioni interiori, e ad esternare timori spesso latenti e non definiti.

Bello anche il momento della socializzazione del cibo. E' un modo per avvicinarsi all'altro e a superare barriere a volte invisibili.

Un abbraccione.
annarita

elisa il 28 gennaio 2010 alle ore 22:39 ha detto...

e io direi per finire disegna la paura e inventiamo filastrocche per mandare via la paura ..interessante il percorso che assomiglia a quello che percorro io ..specie in prima ein seconda
un caro saluto

elios il 29 gennaio 2010 alle ore 15:22 ha detto...

anche io ho svolto dei lavori sulla paura, in passato e, come ti ha già scritto lella, quest'anno abbiamo affrontato anche il tema della morte...così come vengono fuori tanti altri argomenti "importanti" durante i momenti liberi (pedofilia, violenze, bullismo...)

manu78 ha detto...

Sono felice che si trattino questi argomenti.Oltre a capire meglio questo sentimento aiuta anche i bambini a ridimensionarlo!

Rosalba il 29 gennaio 2010 alle ore 17:04 ha detto...

Si Elisa abbiamo anche disegnato la paura e sono venute fuori paure di tutti i tipi. E' un lavoro che è servito almeno a capire che le paure infondate si possono vincere.

Grazie

Rosalba il 29 gennaio 2010 alle ore 17:05 ha detto...

Grazie Annarita, è stato bello perchè ciascuno infatti ha definito la sua paura e i modi per vincerla o quali comportamenti possono farci sentire al sicuro.

Grazie e un abbraccio grande

Rosalba il 29 gennaio 2010 alle ore 17:08 ha detto...

Grazie Ele. Non è facile trattare questi temi, o almeno farlo anche mettendo nero su bianco. Della morte abbiamo parlato più volte ma non ne abbiamo ancora scritto.
Anche se poi nella realtà i bambini ne sentono parlare tutti i giorni.

Rosalba il 29 gennaio 2010 alle ore 17:10 ha detto...

Manu78 bentornata! I bambini come tu sai, hanno reagito molto bene e si sono mostrati molto maturi e consapevoli. Sono molto contenta.

Grazie del gradito commento :-)

Gianna il 29 gennaio 2010 alle ore 18:31 ha detto...

Ottimo lavoro, Rosalba.
In tante cose mi rivedo in te.

Rosalba il 30 gennaio 2010 alle ore 20:13 ha detto...

Grazie Stella!!

 

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