di Maestra Rosalba

venerdì 26 giugno 2009

Ancora sui compiti per le vacanze estive

Spesso ho scritto su questo blog a proposito dei compiti per le vacanze. Dopo due anni di insegnamento alla scuola primaria e venticinque alla scuola infanzia, la mia visione iniziale del problema esce ulteriormente rafforzata. Gia nei precedenti post sui compiti delle vacanze natalizie e pasquali avevo indicato qualche alternativa ai classici compiti che imitano i compiti che si fanno a scuola, con il rischio implicito della ripetititvità e della perdita di significato del compito stesso. Vedo che il dibattito è aperto e anche il blog Mammafelice se ne occupa in questo post e dai tanti commenti si capisce che per i genitori è un problema sentito. Ecco allora di seguito qualche mia riflessione personale sia dal punto di vista dell'insegnante che anche di mamma.
E' doveroso fare intanto una riflessione su cosa sono i compiti a casa. I compiti dati a casa durante l'anno scolastico dopo una mattina a scuola, sono il naturale prolungamento delle attività al mattino, di solito un approfondimento o un ulteriore esercizio. Hanno il significato di abituare il bambino allo studio, anche in vista di altri ordini di scuola (leggi scuola media e superiore), di consentirgli di esercitarsi e più di tutto servono a costruire il senso del dovere: facciamo un esempio così come i genitori lavorano, altrettanto il bambino produce preoccupandosi del suo stesso esito formativo. Quantitativamente non devono mai eccedere. Non devono occupare tutta la serata ma un tempo adeguato. Vanno dati con congruo anticipo e man mano che l'alunno procede nella crescita in maniera tale che possa da solo organizzare il proprio pomeriggio, così da poter praticare gli altri interessi extrascuola. Nel tempo pieno i compiti non dovrebbero venir dati neppure durante l'anno, a parte le letture e qualcosa da fare il fine settimana.
Altra cosa sono i compiti delle vacanze.
Io ribadisco che il "tempo vacanza" è un tempo dei bambini e della famiglia, il compito ha un solo ruolo: quello di non staccare del tutto il bambino dai piccoli doveri e dalla buona abitudine di preoccuparsi della sua crescita culturale. Cosa significa? Significa che un compito per le vacanze deve lasciare alla famiglia massima libertà, significa che i compiti possono andare dalla semplice lettura ad esercitazioni più complesse se la famiglia lo ritiene opportuno. La scuola in questo senso non può pretendere di ipotecare un tempo che per definizione non gli appartiene. Alla scuola spetta il compito di lavorare bene durante l'anno e poi di dare delle indicazioni per i compiti. Se queste indicazioni sono elastiche e non vissute come imposizione, sarà il bambino stesso a chiedere di fare delle attività. Personalmente sono contraria ai libroni delle vacanze, meglio suggerimenti di attività da fare che lascino libera scelta alle famiglie.
D'altronde ci sono una molteplicità di cose divertenti da fare: esperimenti, fotografia, passeggiate, cucinare, che sono mille volte meglio di un compito uguale a quello svolto durante l'anno. Allora perche non approfittare dell'estate per fare le cose che coi bambini che non si ha mai tempo di fare? Magari poi descriverlo in un diario con tante foto. Foto in giardino, foto in balcone, foto del gatto, dipingere, ritagliare, incollare, disegnare, provare a scrivere un libro con i tanti software free che ci sono in internet... Si possono fare descrizioni, fare caricature, inventare barzellette, raccontare anedotti divertenti, chi si è incontrato, che al televisore d'estate non danno mai nulla di decente. Tutto si può raccontare perfino la noia. L'importante è cimentarsi nella scrittura quando e come ci piace in libertà. D'altronde l'estate è la stagione libera per definizione.. o no?

Mi piacerebbe conoscere l'opinione dei genitori e di altri colleghi. Dal confronto può nascere un idea nuova condivisa che soddisfa scuola e famiglia.



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8 riflessioni:

Bietolina il 27 giugno 2009 alle ore 01:54 ha detto...

iO LA PENSO ESATTAMENTE COME TE...
ANCHE PERCHè LE IMPOSIZIONI SONO DELETERIE...

Rosalba il 27 giugno 2009 alle ore 11:06 ha detto...

Scuola e famiglia devono collaborare, sembra banale continuare a ripeterlo da decenni. Eppure a leggere in giro questa collaborazione a volte sembra lontana dal realizzarsi....

mammafelice il 27 giugno 2009 alle ore 11:21 ha detto...

Sono molto d'accordo con te e sposo le tue considerazioni. Mi piace moltissimo soprattutto questa tua frase: La scuola in questo senso non può pretendere di ipotecare un tempo che per definizione non gli appartiene.
Ora link il tuo articolo all'interno del mio ;)

Rosalba il 27 giugno 2009 alle ore 11:43 ha detto...

Grazie :) è ciò che ho pensato come mamma ed è ciò che penso come insegnante. Soprattutto ho dato un risvolto pratico a tutto questo. Lavoro bene se i genitori diventano dei "collaboratori" e non se mi sono ostili perche non tengo conto delle loro esigenze. Poi continuamo a dimenticare che ci sono oggi a disposizione per imparare migliaia di modi. Quello dei "compiti rigidi" è solo uno dei modi possibili e forse è tempo che lo faccia crescere e lo si arricchisca di nuove idee.
Grazie per il link verrò a commentare nel tuo blog che mi è piaciuto tantissimo ;)

bondearte il 27 giugno 2009 alle ore 15:16 ha detto...

ROSY,
THE FAMILY IS THE HOME FOR ALL.
Happy Holidays
Do not be long exposed to the Sun!

Rosalba il 27 giugno 2009 alle ore 18:41 ha detto...

Paulo Have not yet gone to the sea! My daughter has a diploma examination..We go to sea in August.
Un caro saluto

Rosaria il 28 giugno 2009 alle ore 14:35 ha detto...

Prima di partire per Evian, regalai a Claudia un diario, scrissi la dedicai
Questo diario ti farà compagnia durante la mia assenza, scrivi quello che vuoi, queste pagine bianco stanno aspettando te per colorarsi Cara Claudia non si colora solo con i pastelli, ma anche con la penna possiamo dare vita e colore ai nostri pensieri.

Al mio ritorno ho chiesto a Laura del diario, mi ha riferito che... Claudia scritte due pagine lo ha poi abbandonato.

Questo è per dire che certi desideri partono da noi se poi troviamo chi ci aiuta a capirli vengono fuori...

Mi auguro tanto che la mia nipotina scopra il piacere di scrivere, anche per raccontare a parole sue le emozioni e pensieri.
Buona Domenica.

PS Per l'esperimento di sopra, interssante ma non mi azzardo a provarci.

Rosalba il 28 giugno 2009 alle ore 17:37 ha detto...

Cara rosy, si comincia con due pagine e quando si cresce si continua con pagine intere. L'importante è seminare. Claudia è in vacanza, le scuola sono appena terminate e non è giusto che ora si chini di nuovo sui quaderni. Quando si sarà riposata sentirà da sola la voglia di tornare su quel quaderno... vedrai. Bellissima la tua idea di colorare un quaderno con i nostri pensieri... mi piace.

L'esperimento è quanto di più semplice possa esistere. Si pasticcia un pò in cucina e null'altro. E' divertente ma si sporcano un pò di recipienti!
Un abbraccio

 

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