di Maestra Rosalba

lunedì 19 gennaio 2009

Storia.... Io ti racconto

Tra le competenze in uscita dalla classe quinta della scuola primaria è a mio avviso compresa la capacità di formulare da parte dell'alunno un discorso minimo ma compiuto su un determinato argomento.
La difficoltà è guidare gli alunni in questa fase di passaggio da un discorso frammentato dove l'insegnante interviene spesso per sostenere l'esposizione orale, ad un autonomia discorsiva dove l'alunno è in grado di organizzare una tematica e di sviscerarla mettendo dentro tutte le conoscenze attinenti.
Certamente è si tratta ancora di una capacià di base rispetto a quanto in seguito verrà richiesto agli alunni, ma è il tentativo di non esporli a differenze troppo marcate nella fase successiva della scuola.

Qualche tempo fa ho chiesto a mio nipote, al secondo anno di scuola media: "Quale è stata la difficoltà maggiore che hai incontrato alla scuola media?" Ha risposto "Parlare all'interrogazione da solo, organizzarmi un discorso".
L'abilità discorsiva è una competenza che non matura da sola semplicemente con lo studio, essa richiede l'esercizio e la formazione di categorie mentali (mappe), di richiamo mnemonico continuo e di capacità di tranfert da ciò che si è imparato a ciò che si è ingrado di riferire oralmente. Farlo a spezzoni è una cosa, farlo in maniera organica è ben altro. Ed è alla seconda abilità che dobbiamo mirare. Non conta il quanto si impara in termini di nozioni, ma il come lo si apprende e come lo si riorganizza nel sapere globale di ogni alunno, quello che si va stratificando di anno in anno.
Ecco perchè nelle diverse metodologie di studio che propongo, insisto un po' di più sulle mappe concettuali, sui diagrammi di flusso: ciò che leggiamo o studiamo viene incamerato in memoria non per frase intera, ma per parole chiave che richiamano altri concetti, in termini di rimandi continui tra i contenuti.

Nello studio della storia è richiesto spesso un utilizzo della capacità mnemonica, ma la sola capacità non è sufficente a restituire all'alunno la possibilità di una riorganizzazione dei contenuti. L'apprendimento è possibile se i contenuti storici vengono fatti oggetto di richiami alla realtà odierna (parallelismi con la realtà degli alunni), confronti di dati, di luoghi e di persone. Se il dato storico viene ricontestualizzato per essere memorizzato e categorizzato. Il collegamento con le discipline deve essere costante e continuo: geografia per i luoghi, convivenza civile per gli aspetti sociali, economia per i livelli di vita, archittetura per la morfologia delle città, l'italiano per l'elaborazione di un testo scritto di tipo storico (in forma di lettera, di racconto o di cronaca); senza contare poi i riferimenti alle monete, all'abbigliamento, al cibo...
Inutile ribadire che la lezione di storia fatta tramite la metodologia del sapere esperto diventa didattica laboratoriale se vengono inseriti glli elementi di cui sopra e come ultimo ingrediente gli interventi degli alunni.
I parallelismi, gli accostamenti, le suggestioni sono gli alunni a doverli trovare. Certamente all'inizio sarà l'insegnante a suggerirli, in un secondo tempo va chiesto loro che compiano questo sforzo mentale, che è vero proprio un passaggio di informazioni da diverse categorie.
Il passaggio finale è poi quello della organizzazione del discorso, all'inizio breve e via via sempre più allargato man mano che il metodo viene fatto proprio dall'alunno.
In queste due immagini che seguono è contenuto tutto quanto gli alunni devono conoscere sugli Etruschi: su questo abbiamo impostato l'attività innestando i parallelismi e i confronti con il mondo conosciuto dagli alunni e con i contenuti che essi stessi hanno trovato. Nello studio a casa devono utilizzare la mappa richiamando i concetti attraverso un discorso unitario:
L'alunno ha qua sotto ridotto correttamente in mappa alcuni contenuti come un "pezzo" delle conoscenze sugli Etruschi.
E' possibile anche comprendere come studiano gli alunni da come si organizzano le loro mappe e quali tipi di ragionamento fanno, la lettura da parte dell'insegnante è utile per far capire loro come devono utilizzare al meglio il metodo di studio:

Il suggerimento che do loro è di utilizzare le mappe anche per l'organizzazione della giornata e dei compiti, compiere mentalmente una sorta di "anteprima" delle cose da fare...
Se possibile compiere una sorta di ginnastica mentale pre-figurandosi l'anteprima dell'interrogazione: un training per farla breve, ma a loro lo diciamo con parole semplici, altrimenti le loro curiosità ci porterebbero oltre!!



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6 riflessioni:

lella il 19 gennaio 2009 alle ore 21:31 ha detto...

ahhhhhhhhhhhh il lavoro delle insegnanti:solo ki lo fa può capire!
Anch'io adopero spesso le mappe e i diagrammi:
Diciamo ke nn so + cosa adoperare x facilitare gli apprendimenti :-)
Speriamo in un oscar alla pazienza :-)
Lella

Rosalba il 19 gennaio 2009 alle ore 21:42 ha detto...

Mi fai morire ... è verissimo. Questa quinta spenta e demotivata mi ha lanciato il guanto della sfida. Ma davvero se c'è un negozio dove vendono la pazienza e non costa molto un pò mi servirebbe :-)

La Bohemien il 21 gennaio 2009 alle ore 14:52 ha detto...

Sei un'insegnante...e si vede che ami moltissimo il tuo lavoro!!! E' una cosa splendida perché è giusto tenersi al passo coi tempi... Il mondo cambia ed anche i bambini di oggi sono diversi... Io quando ero una bambina avevo a disposizione un pc solo perché mio padre ci lavorava, la cosa più divertente che permettesse un 486 era un solitario di carte... I cellulari non esistevano e solo i bambini più fortunati ricevevano una polaroid per la comunione, che quando finiva il rullino non veniva mai più utilizzata.... Oggi hanno i loro pc, la tv in camera, la loro fotocamera da un miliardo di megapixel ed i loro cellulari a colori con fotocamera a colori....uh quasi dimenticavo l'i-pod!!! Io avevo un mangianastri ed era la cosa che adoravo di più!!! Come saranno i ragazzini di oggi quando avranno la mia età? I loro genitori sono in grado di crescerli con gli stessi valori con cui sono cresciuta io? O pensano che tutto gli sia dovuto, e mentre il bullismo prima era raro e gravemente punito oggi forse è più tollerato e diffuso perché anche molti insegnanti hanno paura? Scusa.....sto andando fuori tema XD Volevo ringraziarti per il bel commento che mi hai lasciato, anche io ti ho aggiunta ai blog che seguo le tue argomentazioni sono molto interessanti....ed un giorno mi serviranno anche!!!!

Rosalba il 21 gennaio 2009 alle ore 15:46 ha detto...

Ho visto giusto quando ho aperto il tuo blog. Ci sono cose di noi che traspaiono e dicono più di quanto vogliamo dire. Si, spero che le mie idee ti siano utili. Come a me è utile conoscere la creatività come la tua, coi bambini è utilissima: le "menti creative" sono quelle più aperte sia nel costruire il pensiero nuovo, sia come attegiamento di disponibilità verso il mondo.
Grazie

La Bohemien il 21 gennaio 2009 alle ore 22:27 ha detto...

Grazie mille a te per le meravigliose parole che hai speso per me!!! Voglio dirti a proposito di questo tuo intervento uno spiacevole aneddoto che mi riguarda... Io ero un pò strana da ragazzina (bhé....non che adesso sia normale ahahah) e gli schemi erano una cosa che non riuscivo a seguire perché secondo me sintetizzavano troppo per cui non riuscivo a rendere logico il discorso. Ecco la mia "simpaticissima" professoressa di storia ad una riunione chiede a mio padre se per caso io non fossi ritardata.... Questa cosa mi fece odiare gli schemi ancora di più...e non ti dico quanto mi fece odiare lei!!!!
Quindi questo mi fa dedurre che ci sono due tipologie di bambini, quelli che vengono aiutati dal seguire degli schemi (mi piace chiamarla omologazione) e quelli che per natura, per condizione, ma anche per scelta, non riescono a star dietro agli schemi, che essi siano degli schemi grafici o sociali è indifferente, quello che per "la massa" è un modo migliore di affrontare cose e/o situazioni, per quei bambini come lo ero io....strani o speciali che siano, o semplicemente "creativi", seguire uno schema è un pò come stare in gabbia. Quindi il mio consiglio in merito è: scopri se hai un bambino come me nella tua classe, e chiedigli se gli va di usare lo schema, potrebbe adattarsi alla perfezione (mente molto elastica) o rifiutarlo (creativo senza soluzione di continuità, totale rifiuto all'omologazione).
Son certa (precisazione superflua ma che mi va di fare) che non ti comporteresti mai come la mia prof, però forse per capire certi atteggiamenti particolari occorre far parte della categoria di chi a suo tempo (e tutt'ora) ha rifiutato gli schemi!!!!
Per quanto riguarda il nuovo intervento....uhm no, già questo commento è chilometrico! Vado a postare sull'altro intervento eheheh!!!!

Rosalba il 22 gennaio 2009 alle ore 07:41 ha detto...

Gli schemi servono a costruire mappe del testo da studiare. Normalmente aiutano. Il mio è un voler superare lo studio a memoria che li rende insicuri e impacciati. Una volta che lo schema è appreso l'alunno se ne può costruire uno suo. Io adoro i bambini "speciali" anche perchè io nasco come insegnante di sostegno. Amo la divergenza di pensiero come la tua e io stessa mi ritrovo spesso al di fuori delle correnti di pensiero. Ma il mio ruolo mi impone di far acquisire determinati contenuti ai miei alunni. Anche perchè quello gli verrà chiesto in futuro. Spero di farlo dandogli strumenti di comprensione della realtà. Che è quello che più conta. Grazie le tue riflessioni mi aiutano molto e sono il confronto che io cerco anche con il resto del mondo :-))

 

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