di Maestra Rosalba

giovedì 29 gennaio 2009

Laboratorio Convivenza Civile: la Pace

L'influenza ci ha decimati ma non ha spento la nostra voglia di fare. Oggi nonostante il numero ridotto di alunni abbiamo deciso di affrontare il tema della pace.
Il primo step è stato un brainstorming ((letteralmente: tempesta cerebrale), una tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema (fonte Wikipedia).
E' emerso quanto vedete scritto:
Il secondo step è stata l'indivudazione del compito in maniera concordata e con ampio margine di scelta per ciascuno: elaborare un testo dal titolo "Pace è..." utilizzando le parole trovate, ma nella forma preferita, ad esempio una lettera, una poesia, una riflessione personale o un disegno che le rappresentasse tutte:
Valentina:
"Io penso che la pace sia: volersi bene.
Perchè?
Perchè se una persona vuole bene ad una altra non succedono più guerre e poi il mondo è migliore e non ci sono feriti e morti:
Vorrei la pace da oriente a occidente,
un mondo giocondo ove ignoti son l'odio e la guerra.
Per tutta la vita per tutta la terra,
io penso ad un mondo così.
Essere uniti e darci la mano
essere uniti e andare lontano.

Ylenia:
Ciao persone di tutto il mondo, io sono Ylenia, una bambina di quinta molto lieta di incontrarvi.
Io vi farò una domanda, mi rispondete e io dico un mio parere se gradite leggerlo.
Secondo voi cosa è la pace?
Per molti conta la guerra, la rabbia, per me conta volersi bene e soprattutto andare d'accordo con le persone più care e quelle che vuoi più bene. Nella pace c'è anche l'amore che è più forte di qualsiasi cosa, l'amore si vive senza portafoglio e supera qualsiasi cosa. Per vivere normalmente senza guerre, bisogna donare un sorriso a tutte le persone, bisogna aiutarsi l'uno con l'altro, non odiarsi. Puoi avere qualsiasi amico, ricco o povero non importa, perchè se aiuti gli altri gli altri aiutano te.

Carolina Massimo e Letizia:
Per me la pace vuol dire che le persone si vogliono bene per quello che sono, se sono brutte, chiaccherone, antipatiche ecc. Noi pensiamo che voi che ci leggete non pensate alla guerra, ma a curare, amare, mandare gioia e felicità. Se incontri un bambino di colore non lo devi prendere in giro, lo devi rispettare come gli altri, perchè se non ha amici ti devi fare avanti e andarci d'accordo, perchè lui per te è come un fratello come gli altri.

Martina si è espressa cosi:

In questo disegno c'è tutto non c'è bisogno di ulteriori parole. Solo dire che gli alunni hanno lavorato da soli. I due docenti presenti hanno solo facilitato, sollecitato e agito un po' da registi, nulla di più. Queste sono le loro parole della pace.
La normalità delle loro riflessioni ci continua a stupire piacevolmente, di fronte a tante parole che vengono fuori sui bambini da tanti organi di informazione, i bambini sono spesso un passo avanti a noi. Non ce ne rendiamo conto o siamo troppo impegnati per rifletterci.


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2 riflessioni:

fratello vento il 29 gennaio 2009 alle ore 22:19 ha detto...

stupende le parole di questi bimbi! la pace è qualcosa che nasce dal proprio io, quell' io che vuole e cerca solo il bene per se stesso e per gli altri!

Rosalba il 30 gennaio 2009 alle ore 14:16 ha detto...

Hai ragione il desiderio di pace ha origini profonde e pur tuttavia è proprio nel clima che si respira durante l'infanzia, le parole che ci hanno circondato, le cose belle che abbiamo guardato, l'affetto sereno e la consapevolezza che ogni viaggio finisce e ci si separa che portano a vivere in maniera pacificata con il mondo!

 

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